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 GENZANO DI BASILICATA - Cronografia - di Ettore Lorito

PARTE QUINTA

CAPITOLO VIII

IL POETA PASQUALE ALBANI

    Alla fine del secolo scorso brillò di luce pura l'anima eletta del nostro poeta Pasquale Albani così immaturamente rapito all'affetto dei suoi, alla gloria dell'arte, all'orgoglio cittadino.

    Nacque l'11 agosto del 1875 nella vecchia Genzano in una linda casetta di quelle scomparse nel Vallone dei Greci a causa della spaventosa frana del 5 gennaio dell'anno 1905.

    Manifestando, fin da tenera età, vivissima intelligenza, fu dal padre Domenico inviato a Potenza ove compì gli studi classici presso il R. Liceo Ginnasio «Salvator Rosa», distinguendosi per bontà di cuore oltre che per eccellenza d'ingegno.

    Già in quegli anni giovanili si interessò dei gravi problemi sociali dell'epoca e, simpatizzando col movimento socialista, fu in rapporti epistolari con eminenti uomini politici della sinistra parlamentare, tra cui Cavallotti, Imbriani, G. Bovio fin d'allora notissimi anche nel campo della letteratura.

    Nel 1897, era al secondo anno della facoltà di lettere presso l'Università di Napoli, fu colpito da male implacabile.

    Il suo grave stato di salute, lo sfortunato amore per la sua «Nella», la miseria del popolo che sulle Piazze dell'italiche città reclamava inutilmente il necessario per vivere con le conseguenti lotte non sempre incruenti, gli appelli disperati delle contrade italiane martoriate dagli Asburgo, l'infelice campagna africana del 1896, strapparono alla sua lira accenti dolorosi come quelli contenuti nell'ode «Alla Bandiera Italiana».

    Ma il suo disperato stato d'animo nel vedere tramontare i segni giovanili dell'amore e della gloria si riflette in pieno nel volume di versi intitolato «Canti Tristi», edito dalla tipografia Grieco di Melfi nell'anno 1897.

    Sono una settantina di componimenti scelti fra i molti composti dai 18 ai 21 anni; in gran parte parlano d'amore per una «Nella» da lui vagheggiata fin dall'infanzia, ma non mancano sonetti d'argomento sociale.

    Delicati assai quelli che parlano della cara mamma sua e di Genzano.

    Padronanza pressoché assoluta del verso, chiarezza. eleganza di forma costituiscono la caratteristica della poesia dell'Albani.

    Né il disperato dolore, né le risonanze dei maggiori poeti italiani che affiorano nell'opera riescono ad offuscare la grazia e la limpidezza del verso gentile.

    E' trascorso dalla sua morte circa mezzo secolo ed è ancora vivo il ricordo dello sfortunato poeta nel paese che egli amò teneramente, come si rileva dalla lettura di alcuni suoi sonetti.

    Molte e degne opere Pasquale Albani avrebbe dato alla nostra letteratura se la morte non lo avesse fermato al «cominciar dell'erta» all'età di 22 anni non ancora compiuti, il 15 giugno del 1897.