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 GENZANO DI BASILICATA- Cronografia - di Ettore Lorito

PARTE PRIMA

CAPITOLO IV

CHE COSA SI PAGAVA DI CENSO SUI TERRENI DEL TERRITORIO DI MONTE SERICO

    I censuari, che con tanta ferocia si accanivano contro gli usi civici dei genzanesi sul Monte Serico, pagavano un canone annuo di ducati 32 (corrispondenti a lire 136) per ogni carro di terreno, cioé lire 2,26 per ogni tomolo di erbaggio.

    Normalmente un tomolo di erbaggio forniva pascolo sufficiente almeno a sei pecore per la sola erba vernotica; in quel tempo si fidava in ragione di un ducato (Lire 4,25) per ogni pecora.

    In conseguenza un tomolo di terreno, per la sola erba vernotica, fruttava lire 25,50 all'anno, cioè una somma dodici volte superiore al canone pagato.

    Quei signori non vollero tenere presente che una delle ragioni dell'esiguità del canone, era la servitù degli usi civici gravante sui detti terreni.

    Tale trattamento di favore non valse a infrenare l'ingordigia dei censuari che, ad ogni costo, a poco a poco si liberarono della servitù e con tutti i mezzi.

    Certo non fu un'impresa difficile data la corruzione dei tempi e l'influenza dei censuari (e poi proprietari) che spesso coprivano le più alte cariche dello Stato.

    Infatti tra i censuari ed i proprietari di Monte Serico, si notavano i Signori: Dell'Agli-Certi, Dell'Agli, Spada, Polini, Mennuni, Cafieri, Addone, Ricotti, d'Errico, Veltri, Zazza, Corabelli, Romano, Giura, Giuliano; i Senatori Viggiani e Ginistrelli; i Ministri Cortese e Branca ed altri numi del Governo del tempo.

    Quale meraviglia se gl'interessi del popolo vennero calpestati ?