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 GENZANO DI BASILICATA- Cronografia - di Ettore Lorito

PARTE GENERALE

CAPITOLO I

ORIGINI DEL PAESE

    Il fiero Genzano, come lo definisce il Laccetti, é di origine antichissima e il suo natale risalirebbe all'epoca dei primi abitanti della penisola italiana.

    Le numerose caverne disseminate lungo i margini dei valloni che circondano il paese servirono di asilo ai primi abitanti della zona.

    I nostri vecchi, per tradizione e per conoscenza personale, raccontano di oggetti, vasi strani di pietra, ossa umane, ossa di animali, monete, armi ecc. ecc. rinvenuti in dette caverne quando, a mano a mano, furono trasformate in depositi di vini o di paglia.

    Nella primavera del 1897 anche agli alunni della quinta classe elementare frequentata dallo scrivente, capitò di osservare in una delle grotte del Vallone dei Greci, così ricche di salnitro, che il pirotecnico  Vito Arcangelo Padovani fabbricava polvere da sparo in un mortaio ricavato da uno strano recipiente di pietra ed usava come pestello una specie di clava, anch'essa di pietra durissima, ornata di scanalature.

    Il tutto era stato rinvenuto durante gli scavi colà eseguiti. Facemmo notare gli oggetti al nostro Maestro, Michele Bovio, ed apprendemmo che trattavasi di arnesi appartenenti agli uomini primitivi ma che, deformati come erano dal lungo uso a cui erano stati destinati, non avevano più alcun valore.

    In verità il nostro bravo insegnante, che d'arte se ne intendeva (1), addolorato dalla recente per

dita del ventenne figlio, Dantuccio, aveva smesso ogni attività e lasciò perdere la cosa che non poca luce avrebbe fatta sulla storia del nostro paese.

    Apprendemmo, non è molto, dall'ottantenne cavapietre, Pasquale Santoro (2), di recente scomparso, che quando era ancora giovanetto, scavando in quella zona col fratello e il padre, avevano rinvenuto, tra gli altri, un cadavere intero di proporzioni gigantesche e completamente pietrificato.

    Questi ed altri fatti del genere dimostrano che quelle caverne furono veramente abitate in tempi remotissimi.

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(1) Il Bovio aveva una ricca collezione di monete, armi, vasi, oggetti del pa­ganesimo rinvenuti in quelle grotte, a Monteserico, a Festula, e a San Giustiello, ma non si sa ove sia andata a finire.

E' autore di non pochi quadri alcuni dei quali furono acquistati dal Re Umberto I ; nel gabinetto del Sindaco si ammira una sua tela rappresentante il Savonarola.

 

(2) Al Prof. dr. Giuseppe Cristalli il Santoro confermò quanto all'autore aveva riferito.