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Il Romanzo di Monteserico, SOTTO L'ARCO DI EROS di Ettore Lorito

 

La gita a Genzano

 

    Appena svegliata, Clotilde corse dalla zia per concordare l'elenco degli abiti da includere nei bagagli e quello dei doni da offrire ai congiunti.

    In un primo momento, la fanciulla, pensò di liberarsi del suggestivo quadro che ornava il caminetto della sua stanza da letto, ma troppi ricordi, moltissimi sogni erano legati al mito così mirabilmente ideato e dipinto... e non ebbe la forza di privarsene.

    Nel pomeriggio, un cocchio trainato da quattro maestosi muli, sul quale avevano preso posto: la contessa, la istitutrice, il precettore e la vecchia balia, si mosse dal castello.

    Accanto alla vettura, circondata dai << froci >>  cavalcavano i giovani signori di Monteserico, la comitiva scese lungo il margine della sottostante vallata ed imboccò il tratturo che menava a Genzano.

    I rari contadini incontrati lungo il percorso, s'ichinavano sino a terra, tanto era il terrore che incutevano quelle guardie ed il rispetto che godevano i padroni del feudo.

    All'altezza del bosco, che si stendeva, dalla parte meridionale sino alla Fiumara, una pastorella, seminuda, scalza (segno evidente della miseria in cui viveva la gente del contado), fece l'atto di voler offrire dei fiori alla contessina, ciò commosse l'animo di Clotilde che, scese da cavallo, per accarezzare l'umile donatrice e, nel partire, regalò alla fanciulletta una moneta d'oro.

    L'istitutrice, apertamente, disapprovò l'atto gentile, rilevando che l'omaggio floreale si doveva accettare stando a cavallo e che la moneta doveva essere buttata ai piedi della pastorella.

    Clotilde rise di cuore al rilievo della vecchia e, con fare birichino, le rispose in latino sapendo che l'istitutrice ignorava tale lingua: « Amori amore respondere ».

    La zia sorrise alla saggia proposizione, mentre madama Duperré, sempre più indispettita, si stringeva nelle spalle come per dire: Io non ho colpa se l'educazione non è di perfetto stile, se, a volte, non è confacente al casato.

    Poco prima di giungere al paese, verso la salita delle « Grottarelle », il marchese, accompagnato dai figli e scortato da un gruppo di cavalieri, attendeva gli ospiti.

    Dopo le presentazioni e i dovuti ossequi, si mise alla testa del corteo.

Al tramonto, per la porta Santantonio, il brillante gruppo entrò in paese e sfilò per le vie adornate a festa, tra due ali di popolo osannante.