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 GENZANO DI BASILICATA- Cronografia - di Ettore Lorito

PARTE QUINTA

CAPITOLO I

GENZANO MODERNO

    Isolato sopra un piccolo colle, cinto da profonde fossa oggi  quasi tutte riempite o trasformate in cantine e grotte, il Castello  di dove uscì il prode Raul per seguire, con i suoi gregari, il  forte Boemondo alla Crociata, per secoli fu vigile scolta del paesello che s'era andato man mano addensando di fuochi ai suoi piedi.

    E ancora oggi, benché ridotto nel 1892 a moderna architettura, per riparare i danni di un terremoto, svisato e trasformato,  privo delle preziose bifore dì cui l'adornarono gli Angioini, degli spalti, delle bertesche, dei merli che ancora molti ricordano,  conserva tuttavia la mole massiccia dei suoi tre piani e ospita  tutti gli uffici pubblici (1).

    Al pian terreno sono allogati: l'ufficio postelegrafico, quello delle guardie urbane, l'Ambulatorio antimalarico dalla parte anteriore; dalla parte posteriore: l'Ufficio di Conciliazione a mezzogiorno e l'ufficio carcerario a settentrione.

    Al primo piano: la Tesoreria comunale e l'Ufficio sanitario; dalla parte posteriore le carceri mandamentali. Il secondo piano è interamente occupato dalla sede municipale; il terzo dalla pretura.

    Dalla terrazza dell'ex Marchional Corte, munita di un orologio a torre, a 588 metri sul livello del mare, si ammira l'ampio e ricco panorama che ha per sfondo, da una parte Acerenza, il Vulture, Forenza, Maschito, Venosa, Palazzo S. Gervasio, Banzi; dall'altra parte, oltre il Castello di Monteserico, Spinazzola, Altamura, Gravina, Irsina e la fertile pianura pugliese; dalla parte di mezzogiorno, la vallata del Bradano.

    Genzano di Lucania, come oggi suol chiamarsi, è uno dei migliori comuni della Lucania (1), conta poco più di 8000 abitanti e dista dal capoluogo di Provincia, Matera, 88 chilometri (2).

    Trovasi sulla linea ferroviaria Potenza-Bari delle Calabro-Lucane, con scalo ferroviario a circa Km. 7 dall'abitato.

    E' allacciato a Oppido, Pietragalla, Potenza da una parte, a Banzi Palazzo S. Gervasio, Montemilone dall'altra, a mezzo di autocorriera della Fiat, dallo scalo ferroviario al paese vi è un auto-servizio locale.

    E' unito, a mezzo di via rotabile, anche, con Acerenza dalla cui Archidiocesi dipende.

    Altra rotabile unisce Genzano con Spinazzola appartenente alla provincia di Bari; un'altra è in costruzione e allaccerà il nostro paese con Irsina.

    L'abitato, specialmente quello della parte antica, danneggiato dal terremoto del 1694 e maggiormente da quello del 1857, venne restaurato e riedificato con lodevole sollecitudine; si presenta ora, nella parte nuova, lindo con case basse, bianche, con strade larghe, diritte, simmetriche a sistema pugliese: La via principale è il Corso Vittorio Emanuele, ampio, diritto, con spaziosi marciapiedi in mattoni, alberato nell'ultimo tratto.

    Verso la metà del Corso, circondato da un giardinetto sempre fiorito, si ammira un grazioso monumento di bronzo, consacrato ai caduti della Grande Guerra 1915-1918, opera dello scultore barese De Bellis, inaugurato il 24 maggio 1923.

    All'entrata del paese, ove ha inizio il corso Vittorio Emanuele, vi è il bellissimo Parco della Rimembranza con vasca circolare al centro, con sedili, viali alberati, superbe aiuole tanto da meritare il nome di Villa cittadina.

    Parallelo al Corso Vittorio Emanuele scende, verso la sede municipale, il Corso Garibaldi ugualmente ampio, diritto, munito di marciapiedi ma di importanza secondaria.

    Continuando per la via Filippetto De Marnis, che dal corso Vittorio Emanuele scende verso il Palazzo degli Uffici, si taglia la via Cavour all' estremità della quale trovasi la monumentale fontana Cavallina le cui acque zampillano fresche ed abbondanti sotto la materna benedizione e tutela di Cerere antica statua in marmo che il popolo chiama «Santa Abbondanza».

    Tale opera voluta dall'amministrazione comunale capitanata dal Cav. Francesco Saverio Cardacino, venne inaugurata il 3-9-1893; Oratore ufficiale della cerimonia fu il giovanissimo poeta Pasquale Albani.

    Direttamente dalla via Cavour, o per via XX Settembre, si giunge al paese vecchio dalle strade anguste, contorte, acciottolate ma pianeggianti.

    La via principale è quella del Carmine dal nome del Convento carmelitano che su quella strada si trovava e da quello della Cappella ancora esistente, strada che termina al «Largo della Chiesa» ove si trova la Chiesa Parrocchiale intitolata a S. Maria della Platea.

    Per il Vico S. Giovanni, da una parte, e per via «Trieste» dall'altra, si giunge alla Piazzetta «Aquilina Sancia» dove il paese antico finisce.

    In direzione opposta a quella della rotabile che mena a Banzi, all'ingresso del paese nuovo, si stende, per oltre un chilometro, il largo e diritto viale «21 aprile» che mena alla civettuola necropoli, sita all'ombra delle annose querce del bosco comunale « Macchia».

    Anche qui, cinta di ringhiera, allieta lo sguardo dei visitatori una villetta che precede il Sacro Recinto.

    Sul muro che regge il cancello d'ingresso si legge, tra le altre, una bella epigrafe che sta a dimostrare quanto grande sia stato il desiderio di libertà dei nostri antenati: Eccola:

LA LIBERTA'

EMANCIPO' LE TOMBE(3)

I POPOLI CIVILI

PIU' VENERANDE LE RESERO

    Il Cimitero è una serra di fiori tra cui occhieggiano le candide Cappelle gentilizie, le tombe dei modesti borghesi e le umili croci del comun Campo di Seppellimento.

    Si sente aleggiare nella meste dimora, con la pietà del popolo tutto, il fascino dei boschi e la gentile poesia dei fiori.

    La costruzione della necropoli fu decretata nel 1817 ma i lavori si iniziarono solo il 30 aprile dell'anno 1840. Il cimitero venne abbellito ed ampliato nel 1892.

    Genzano ha circa 22 mila ettari di ubertoso territorio, quasi tutto coltivato a cereali, tanto che viene considerato, il granaio della zona e il grano che si produce, come asserisce Lorenzo Giustiniano nel suo «Dizionario del Regno di Napoli», si stima il migliore della Basilicata.

    Il territorio produce vini squisiti (tra i quali primeggia l'aglianico), lana, latticini, olio, ecc. ecc.; da qualche anno si è intensificata la cultura delle piante tessili e del tabacco, è bagnato dal Bradano, dal Basentello dalla Fiumara, e da altri ruscelli per cui il panorama è sempre verdeggiante specialmente perché esistono ancora trecento ettari di terreno coperto di bosco.

    Il paese è fornito di fognature, di acqua potabile di primissima qualità, di luce elettrica.

   Si attende la pavimentazione delle strade giacche il relativo progetto dell'importo di parecchi milioni di lire (4), è stato da tempo approvato ed il comune ha già pensato al modo di finanziare l'opera.

    Genzano ha rendite patrimoniali rilevanti e quindi un ricco bilancio.

    E' capoluogo di mandamento dal 27 luglio del 1851 ed ha alla dipendenza il comune di Banzi che, dall'anno 1811 in cui si distaccò dal comune di Spinazzola, sino al 1905, anno in cui divenne comune autonomo, fu alla dipendenza di quello di Genzano.

    Apprendìamo dalla deliberazione del decurionato in data 12 maggio 1818 che Banzi, con R. Decreto dell'anno 1813, divenne Comune autonomo ma subito dopo ritornò alla dipendenza del nostro, per motivi d'ordine finanziario (5).

    Contemporaneamente alla creazione del R. Giudicato avvenne quella dell'ufficio del registro che ebbe vita brevissima.

    Invano dal 1867 le amministrazioni comunali, i cittadini, i sodalizi supplicarono il R. Governo perché detto ufficio venisse ripristinato: solo nel 1908, per opera dell'Onorevole Rocco Santoliquido, venimmo accontentati.

    Anche per l'interessamento dell'On. Santoliquido si ebbe il deposito dei generi di privative da cui dipendono i comuni di Banzi, Oppido, Forenza, Acerenza.

    Ma durante il governo fascista, per beghe locali, si privò il nostro paese dell'ufficio del Registro e della Direzione delle nostre scuole.

    Crediamo superfluo accennare al disastroso distacco del nostro comune dalla provincia di Potenza, giacché per opera di S. E. l'on. Vito Reale, dal di 5-l-1945 (6) ha fatto ritorno a Potenza.

    Riavremo certamente l'Ufficio del Registro, la Direzione delle scuole elementari e il ritorno della nostra pretura (7) al tribunale di Potenza.

    Si costituì al riguardo un comitato di agitazione formato dai signori Dott. Falanga Francesco, ispettore forestale; Dott. Prof. Mainenti Pasquale; Cerasuolo Biagio; Cerasuolo Vincenzo; Granieri Pasquale; Delledonne Carmine; Lanubile Canio, Di Carlo Vito, Bibbo Nicolino sotto la presidenza dello scrivente, che non deporrà le armi fino a quando giustizia completa non sarà fatta a Genzano.

    La vittoria non potrà ritardare giacché all'agitazione parteciparono e vivamente partecipano le autorità e l'intera cittadinanza (8).

 

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(1) Brettagna R.

(2) Il Capoluogo ora è Potenza distante da Genzano 56 chilometri.

(3) Durante il governo borbonico era vietato seppellire nelle chiese e nel Sacro Recinto quelli che morivano senza il conforto dei Sacramenti.

(4) Ora si parla di miliardo e i lavori sono a buon, punto.

(5) Il decreto, anzi, non ebbe esecuzione.

(6) In applicazione del R. D. L. 13-4-1944 N. 118 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 23 del 29.4.1944.

(7) Ritornata dal I-1-1948.

(8) Il commissario prefettizio del tempo, cav. Federico Mennuni, prese al riguardo due importantissime deliberazioni.