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 GENZANO DI BASILICATA- Cronografia - di Ettore Lorito

PARTE QUARTA

CAPITOLO XIV

MOVIMENTO RELIGIOSO

    In opposizione al movimento socialista che ormai aveva conquistato anche il nostro paese e si levava minaccioso contro la religione cattolica pel fatto principale che il clero si ostinava a voler apertamente sostenere gli interessi dei proprietari, la Chiesa Cattolica sferrò il suo decisivo attacco.

    Intensificò la sua propaganda di fede, di amore, di carità, siccome aveva operato per sbarrare la via alla riforma protestante.

    In breve tempo neutralizzò completamente la così detta propaganda sovversiva specialmente per la circostanza che in Genzano, come in molti altri paesi della nostra zona, non esisteva il proletariato vero e proprio, cioè le persone che vivevano esclusivamente da ciò che ricavavano dal loro lavoro.

    Così la chiesa, mutando sistema di lotta, a poco a poco non solo riconquistò l'animo del popolo ma arrivò a combattere, in pubblici contraddittori, i propagatori del nuovo ordine sociale.

   «I miglioramenti delle classi lavoratrici si possono conseguire a mezzo di graduali riforme senza ricorrere alle rivoluzioni, così fatali a tutte le categorie di cittadini», asseriva in un pubblico contraddittorio l' avv. Gerardo Claps e il popolo tutto applaudiva, senza riserva, a tale principio.

    Gli eccidi avvenuti in molte città d'Italia anziché animare terrorizzarono la maggior parte dei nostri lavoratori che abbandonò le organizzazioni, i circoli, i comizi e fece ritorno tranquillamente nel seno della propria famiglia (1).

    Terminato il pericolo, la propaganda religiosa continuò con la medesima intensità e, pel fatto che operava sulla massa del popolo più umile, e specialmente sulle donne, si cadde nell'eccesso opposto.

    Così nel 1886, in seguito ad un lunghissimo periodo di dotte conferenze religiose tenute dal reverendo sacerdote Don Leonardo Susanna da Ferrandina, il fervore dei Genzanesi superò i limiti delle normali manifestazioni di fede.

    Questo caso di psicopatia collettiva fece tanto rumore da meritare un accurato studio da parte del Solfanelli, lavoro pubblicato a Roma nel 1886. (2)

    Ed, in vero la cosa usci dal normale, a quanto viene riferito dagli anziani del paese. A parte la circostanza singolare che tutti gli abitanti adempivano ai doveri religiosi con scrupolosa esattezza, si giunse al punto di controllare lo zelo degli stessi Sacerdoti.

    Guai ai trasgressori!  Si racconta di operai strappati a viva forza dalle loro occupazioni perché al suono della campana grande non si erano precipitati in Chiesa.

    Una donna, nella domenica delle Palme venne acciuffata per i capelli e scacciata dal Tempio perchè accusata di... relazioni erotiche con un salariato di Spinazzola "di dubbia fede Cattolica".

    Una tale Rosa Maria Sibilinc (3) partoritasi all' alba del 25 marzo, per poco non venne lapidata perché il neonato morì tre giorni dopo senza poter ricevere il battesimo.

    La casa dell'infelice madre fu piantonata per qualche tempo dalle guardie e messa sotto la diretta protezione dello stesso Sacerdote Susanna.

    Infiniti altri atti di violenza si dicono consumati a Genzano in detto periodo in nome della fede, ma non potendo garantire l'autenticità, siamo costretti a non fame menzione.

    Le donne... erano chi più chi meno impazzite; passavano gran parte della giornata nelle chiese senza che le famiglie avessero la forza di protestare contro l'immancabile disordine che tale sistema di vita cagionava.

    Tuttavia molte cose buone si fecero. Le famiglie che da anni si odiavano si rappacificarono; alcuni usurai nientedimeno restituirono il danaro indebitamente esatto in più ai loro debitori; diverse peccatrici ritornarono alla vita morigerata della famiglia; gli amanti più o meno clandestini regolarizzarono il loro stato civile... o troncarono le loro relazioni; i figli naturali furono legittimati; non pochi trovatelli da persone generose ebbero un nome; gli oggetti rubati furono restituiti ai proprietari a mezzo del predicatore; le querele, le cause civili pendenti furono ritirate o abbandonate; le bettole e i caffè rimasero deserti; la bestemmia e il turpiloquio scomparvero completamente; per i campi, tanto nelle ore di lavoro che di riposo, le nennie campagnole vennero sostituite con i solenni e gravi inni religiosi; parve che il regno della giustizia, della pace, dell'amore fosse venuto sulla terra.

    Il fascino di tale ascetismo fu sentito specialmente dalle giovanette; molte di esse si ammalarono per le privazioni, i digiuni e le penitenze a cui volontariamente sottoposero il loro organismo e non mancò qualche decesso. «Destò profonda impressione la malattia e la morte dell'avvenente signorina Amalia Mestrice, figlia dell'usciere della nostra Regia Pretura, don Rocco» (4).

    Alcune signorine diedero evidenti segni di squilibrio mentale; altre fecero voto di non prendere marito... e mantennero il giuramento; altre presero il velo.

    Tra queste ultime viene ricordata con speciale rispetto la giovinetta donna Rinuccia Polini soprannominata «la Santarella».

    Il Susanna organizzò tutte le zitelle del paese nella confraternita laica detta «Le figlie di Maria» con sede nella Cappella di S. Antonio di Padova.

    Questa fiorente istituzione ebbe vita rigogliosa ed è stata abolita da pochi anni.

    Abbiamo interrogate le pochissime superstite della prima organizzazione femminile religiosa e le intervistate hanno parlato di quella confraternita e dei felici tempi in cui nacque e prosperò con rispetto e devozione grandissima.

    Sempre ad opera del Susanna furono celebrate nel giovedì Santo del 1886 per la prima volta le «Tre ore d'agonia» che commossero il pubblico sino alle lacrime.

    Nove anni dopo, nel 1895, in seguito alla disastrosa gragnuola, di cui abbiamo parlato nel capitolo precedente, vi fu un risveglio del fervore religioso.

    Si credette che quel castigo piovuto dal cielo fosse stato una meritata punizione divina per l'affievolito sentimento religioso sino al punto di permettere la chiusura della chiesa di S. Francesco.

    Il popolo, quindi, a viva forza riaprì al culto la cappella che l'Ufficio del Genio Civile aveva fatta chiudere perché minacciava di crollare e portò in processione tutte le immagini dei Santi colà esistenti.

    In tale occasione fece la prima apparizione l'eremita Genzanese Vito Battaglino soprannominato il «Fricicchio» che, vestito il saio, iniziò la predicazione in quel giorno.

    Il Battaglino si costruì un eremo in contrada Machino ove visse solo nella meditazione e nella preghiera.

    Il nostro eremita non ebbe un largo seguito come desiderava anzi venne accusato di azioni non confacenti ad un uomo pio per cui, sdegnato, non ebbe nessun contatto col popolo di Genzano.

    Il 1896 si iniziarono anche i lavori di scavo a Monteserico per la ricerca della Madonna sognata dal vecchio asceta e di cui abbiamo parlato in precedenza.

    Nel 1903 un altro avvenimento ravvivò il fervore religioso della nostra Genzano: la venuta della prima missione capitanata dal valente oratore sacro, padre Berardino.

    Anche questa volta vi fu la stessa mania di prendere il velo da parte delle ragazze, le medesimi esaltazioni e gl'identici disordini mentali lamentati nel 1886 però in tono minore.

    Ancora una volta si rappacificarono le famiglie in lite; si restituirono gli oggetti rubati; si distrussero le armi e i libri osceni o contrari alla religione Cattolica Romana.

    Le coppie che vivevano nel peccato legalizzarono la loro posizione; le meretrici smisero, per qualche tempo, il loro commercio; cessarono le liti, i furti; si riconobbero i figli naturali; diverse fanciulle, senza prendere il velo, decisero di consacrare la loro vita al Signore ed in conseguenza rimasero nubili.

    Alcune di esse vivono ancora e vengono indicate col nome di «bizzoche».

    La massa del popolo, spinta dalle incalzanti necessità della vita, ritornò calma e tranquilla al suo lavoro, pur rimanendo di spirito profondamente religioso.

    A ricordo di tale missione venne eretta, nel luogo ove furono distrutte le armi e bruciati i libri, la Croce monumentale che si ammira all'entrata principale del paese.

    Nel 1910 a Genzano comparvero altri quattro eremiti, due uomini e due donne. Il capo della pseuda missione pugliese si annunziò come il Nuovo Messia sotto il nome di Giovanni della 2^ Incarnazione.

    Furono accolti con fischi e grida ostili.... e poi arrestati per motivo d'ordine pubblico. Rimessi in libertà trovarono asilo nell'eremo del Battaglino e tutte le sere si recavano in paese in casa del credulo Vito ove ricevevano i fedeli e ... le loro offerte.

    Se ne partirono quando le entrate vennero meno. Poco dopo apprendemmo che erano stati arrestati in provincia di Lecce perché colpevoli di non pochi reati.

    Tanto per obbedire al divin precetto: «crescete e moltiplicate» si resero anche colpevoli di relazioni illecite con le relative conseguenze.

    Il Battaglino, stanco della vita contemplativa. mortificato dal fatto che non aveva alcun seguito, abbandonò l'eremo e visse in mezzo al popolo da buon cristiano sino al 2-8-1930 giorno in cui passò a miglior vita.

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(1) Avvocato Gerardo Claps.

(2) Alfonso Maria di Nela da Gragnano. Lettera del 24-7-1944 diretta al Sindaco di Gemano Troiano Ernesto e Lettere del dì 8-9-45 diretta allo scrivente. Non siamo riusciti ad avere esatte notizie di tale pubblicazione.

3) Non risulta dai registri dello Stato Civile.

(4) Bonifacio Vincenzo.