Capitolo precedente

Pagina principale

Scrittori e poeti 

Indice

Capitolo successivo

Ti trovi nella pagina  del sito di Genzano di Lucania

 GENZANO DI BASILICATA- Cronografia - di Ettore Lorito

PARTE GENERALE

CAPITOLO IV

GENZANO RIFIORISCE

 

    Genzano, devastato e immiserito dalle invasioni dei barbari, per la fertilità del suo vasto territorio, per la sua posizione a cavaliere delle regioni Basilicata e Puglie, per l'attività dei suoi cittadini, ben presto rifiorì tanto che formò la gioia di Roberto il Guiscardo che il 1077, nel pacificarsi con Papa Gregorio VII, volle per sé il nostro paese e quello di Spinazzola (1). Ingrandito ancora dai Normanni, che lo munirono di ben due castelli, divenne il centro più importante dei rifornimenti agrari e, per il suo carattere eminentemente rurale, non si ha notizie che sia salito a dignità di Urbs nonostante la sua civiltà e le sue prospere finanze. Con la formazione del regno di Napoli e di Sicilia da parte di Ruggiero I (Normanno) il 1140 ritornarono le circoscrizioni provinciali differenti, nei nomi e nelle estensioni, da quelle romane.

    La parte orientale della nostra Regione, con alcune città delle Puglie e con Melfi, Venosa, Genzano, formò una Provincia del nuovo Reame col nome ufficiale di Basilicata (2).

La Basilicata passò nel 1194 sotto gli Svevi, nel 1266 sotto gli Angioini, nel 1442 sotto gli Aragonesi, nel 1504 sotto il vice Reame Spagnolo, nel 1734 sotto i Borboni di Spagna, dal 1806 al 1815 sotto i francesi, dal 1815 al 1860 nuovamente sotto i Borboni e finalmente, in seguito alla rivoluzione del 1860 e all'impresa garibaldina, entrò a far parte del Regno d'Italia.

    Genzano, con la Basilicata, mutò spesso padrone: Col Monteserico fece parte del Giustizierato di Gravina, sede della corte generale per le Puglie e per la Basilicata sotto Federico II.

    Tra l'elenco dei 148 paesi che costituivano la provincia o giustizierato di Basilicata, nel cedolario, degli anni 1276 e 1277 si legge che Gentianum era tassata per once 22 e tari 27, mentre

il comune di « Mons Sericola " per once 13, tarì 16 e grana 16 (3).

    Da Roberto d'Angiò, che aveva in seconde nozze sposata una Sancia, venne donato al familiare suo del Bosco, marito di Aquilina Sancia e, alla morte del marito, donna Aquilina divenne signora di Genzano e di Monte Serico.

    Da Aquilina passò, per eredità, alla figlia Giacoma Rachele, sposa del conte di Carignano e Terlizzi: Roberto San Severino; divenne poi feudo della famiglia Dentice delle Stelle sotto la regina Giovanna ; indi passò ai Ruffo.

    Ferdinando I, a corto di denaro, non sapendo come procurare i fondi necessari per la difesa dello Stato e per pagare i soldati, non volendo aggravare di altre tasse i "fedeli sudditi", con istrumento del 29 maggio 1479, redatto in Castelnuovo, alienò, in favore del "Magnifico Matteo Ferrilio Napolitano, conte di Muro, milite del duca Alfonso di Calabria, principe ereditario, camerlengo maggiore, e fedele consigliere di Sua Maestà", la città di Acerenza e Genzano con tutti i castelli, fertilizzi, diritti e pertinenze (4). In pari data, e con separato strumento, muniva tale vendita di speciali privilegi.

    In questo periodo avvenne la congiura dei: Baroni alla quale Genzano non fu estraneo.

 

_____________________________________________________

 

(1) Dizionario geografico del Regno di Napoli di Lorenzo Giustiniano. Napoli 1882.

(2) Nome che in precedenza avrebbe avuto la nostra zona, come si é detto nel cap, II.

(3) L'Italia. Dizionario corografico V - IV. Biblioteca nazionale di Salerno.

(4) Lucania. Giuseppe Antonini, barone di San Biase, Discorso VI pag. 79,