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Il Romanzo di Monteserico, SOTTO L'ARCO DI EROS di Ettore Lorito

 

La malattia di Clotilde

 

       Ma il male era più serio di quello che nel castello si riteneva, una febbre ostinata e frequenti scosse nervose, misero in serio pericolo la vita della contessina.

      La malattia durò a lungo ed il medico, che si fece venire da Trani, non seppe mai individuare la vera natura del male che minava la giovane esistenza di Clotilde e la faceva sfiorire di giorno in giorno, nonostante le cure affettuose che tutti al castello le prodigavano.

      La vecchia balia, particolarmente affezionata all'inferma, in una delle notti in cui l'ammalata non riusciva a prendere sonno, pian piano, le si avvicinò e, con tono umile, baciandole la mano, le disse sottovoce: - Mal d'amore, eccellenza mia, mal d'amore! Ma... io conosco a Genzano una maga capace di rendere all'eccellenza vostra illustrissima, con la felicità, anche la primitiva salute, è bene consultarla.

      Clotilde mandò via la vecchia esclamando: << la felicità è una pericolosa illusione mentre il dolore è una crudele realtà », da quella notte, però, pensò sempre alla precisa diagnosi fatta dalla balia e, più ancora, allo strano rimedio propostole.

      Sì, amava! Solo ora lo confessava a se stessa e aveva paura della fatale constatazione, amava pazzamente il fratello senza alcuna speranza; amava disperatamente e sentiva tutto l'orrore della sua passione, amava e si torturava l'animo, anche perché vedeva che Rodolfo era lontano dal sospettare in lei un sentimento così strano e tanto audace, avvolte, sentiva ripugnanza dei suoi pazzi sogni e giurava di mutar vita... ma non riusciva a distaccarsi da quel amore violento che turba, esalta e fa, dell'essere amato, quasi una divinità.

      Col passar del tempo, si fece strada nel suo cervello in tumulto la forte volontà di guarire insieme al desiderio di consultare la famosa indovina, la distributrice clandestina di consigli, aiuti e filtri di felicità e d'amori.

      Ossessionata da questo nuovo ordine di idee, la contessina si sforzò di uscire dal triste stato di abbattimento in cui si trovava, decise di guarire ad ogni costo, mutò completamente il tenore di vita, non rifiu­tò più le cure che il medico e la famiglia le prodigava­no e, tanto meno, il cibo e le medicine. A poco a poco, la giovinezza trionfò sul malore al punto che, dopo pochi mesi, la bella contessina, benché non completamente ristabilita, si trovò in grado di poter simulare col fratello la vergognosa passione che le rodeva il cuore, e quando la sera Rodolfo le augurava la buona notte e, da buon fratello, le baciava la fronte, come nella prima infanzia, Clotilde chiudeva gli occhi per meglio assaporare quel bacio che aveva, per lei, tutte le attrattive tremende del frutto proibito, la fanciulla, anzi, aveva la forza di sorridere e di apparire calma

e serena, ma l'amore oramai, con la sua forza irresistibile, signoreggiava nel suo cuore.

      - Tu sarai mio ad ogni costo - esclamò una sera sottovoce, mentre Rodolfo si chiudeva nel suo appartamento e, così dicendo, si abbandonò alle solite fantasticherie che, ormai, costituivano tutta la sua vita, si sentiva, in quella sera, il cuore gonfio di grande tenerezza e di sconforto profondo.

      Coricandosi, fissò più a lungo il quadro che troneggiava sul caminetto della sua stanza e raffigurante un episodio del mito di Eros. il giovane iddio che camminava sui fiori, senza piegarli, per andare a sorprendere due amanti che si baciavano dietro il tronco di un albero, le pareva insolitamente animato.          

      Clotilde intendeva bene il gesto della donna che si comprimeva il petto per sedare i battiti del cuore e capiva, ancor meglio, l'audacia di quegli occhi.

      A forza di fissare quelle figure, finì per vederle muoversi e di ravvisare se stessa nella donna colta in fallo, e confondendo il reale col fantastico, ebbe paura degli sguardi audaci del "satiro" che, nascosto tra i rami di un albero, la fissava sogghignando.

      Si assopì, molto tardi, con la visione di quella scena, che ridestava, nel suo animo innamorato, strane voglie, mentre i profumi, lasciati dai capelli e dalle vesti di Rodolfo, l'avvolgevano come una dolce carezza.