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   Severino Gargano è nato a Genzano di Lucania (PZ) il 9 dicembre 1929, vive a Milano dal 1953, dedicando prevalentemente il tempo libero all'attività letteraria.

     Ha partecipato a molti concorsi di poesia e narrativa ottenendo significativi riconoscimenti.

     Fa parte da diversi anni del Consiglio di Amministrazione di alcuni Circoli Culturali, tra i quali il "Perini" di Milano, che già nel 1981 ebbe a pubblicargli il primo lavoro di narrativa "Dal Bradano al Ticino". 

     Nel 1985 ha pubblicato il romanzo "Una finestra sulla vita", edito dal Centro Studi della famiglia lucana di Milano,  ottenendo lusinghieri consensi di critica e di pubblico.

   Nel 1988 ha pubblicato la raccolta di poesie "L'Agonia dei poveri", una sorta di diario in versi di prevalente carattere sociale.

   Nel 1991 ha pubblicato la silloge di poesie " Testimonianze nel tempo" che vuole essere la naturale continuità di una ricerca poetica protesa a testimoniare la nostra turbolenta epoca contemporanea.    

Nel 1995 ha pubblicato il romanzo "Ritratti d'umane vicende". 

     Nel 2000 ha pubblicato il  romanzo "Lampi d'amore e di umanità" che tende ad evidenziare le trasformazioni repentine e i valori familiari che spesso producono tragedie fra le giovani generazioni.

      Nel racconto di Severino Gargano, il personaggio principale è Antonio, che si muove sulla scena degli avvenimenti cui è stato protagonista in quasi mezzo secolo di vita. L'autore descrive gli anni della fanciullezza di Antonio e poi quelli della gioventù, sino alla maturità che lo vede finalmente integrato in una comunità diversa da quella d'origine. La località ove prende avvio la vicenda è Rovonero, in Basilicata, che il protagonista lascia allorquando si trasferisce in una città del Nord per assolvere al servizio militare. Al Nord rimane stabilendosi a Milano, ove trova un lavoro stabile, prende moglie e mette su casa. Il racconto nella sua brevità e concisione, privo di fronzoli e ostentazioni stilistiche va letto tutto d'un fiato. Non ha pretese letterarie, ma vuole semplicemente essere la testimonianza della vita "difficile" di un immigrato in una grande metropoli. E' una storia come moltissime altre fatta di sacrifici, di abnegazione e di tanta volontà di ben riuscire nella vita.  (Tratto dalla presentazione fatta da Antonio Iosa in Milano, marzo 1981)

 

     Renza e Renato sono i maggiori protagonisti del romanzo; legati sin dalle gioie dell'infanzia, nasce più tardi l'amore e la terribile scoperta che egli si droga. Le prime cure falliscono e la ragazza ciecamente innamorata, s'accorge di aspettare un bimbo e si sposa. Da un parto immaturo nasce una bimba che i medici salvano a fatica. La madre di Renato, Luisa, colta dalla disperazione, lo aggredisce col pestacarne mentre dorme e poi, con la sorella Irma, lascia Milano. Egli si fa dimettere dall'ospedale e trasforma l'appartamento in covo di drogati. Consolida l'amicizia con Roberta che, prima diventa sua amante e poi viene spinta a prostituirsi e a rubare, finendo entrambi a S. Vittore. Renza si trasferisce a Castano Primo e lusingata dalle promesse del marito, lo accoglie in casa. Con altri adepti vengono sorpresi a rubare e condotti nel carcere di Legnano.
La ragazza cambia lavoro e diventa sindacalista; conosce un suo collega, Vittorio, del quale s'innamora. Renato, rimesso in libertà, non si droga più, ma fuma e beve molto, conducendo una vita sregolata e dispendiosa; in un incidente stradale perde tragicamente la vita in viale Fulvio Testi. Una sua amica occasionale, Antonella, s'accorge di aspettare un bimbo da Renato, ma viene a  sapere che egli è morto e che Renza si è risposata con Vittorio. La ragazza non vuole abortire; consapevole dei sacrifici cui va incontro, vuole avere il bimbo, a testimonianza di questa grave piaga sociale che coinvolge tante giovani vite.

 

Raccolta di poesie con tema predominante  sulla cronaca contemporanea, ogni poesia è un breve racconto denso di contenuto.

    

Il presente romanzo è la continuazione di "Una finestra sulla vita" e rappresenta un caleidoscopio di episodi di vita quotidiana.  Emergono in esso personaggi e storie dei nostri giorni, con tutte le contraddizioni, all'orizzonte del ventesimo secolo.

 

    Severino Gargano, affronta, nell’ambito della società contemporanea, il tema “Lampi d’amore e d’umanità” con un romanzo, ampio e vissuto, che annota da una vita di Pierluigi e Annalisa deIla media borghesia milanese, il dipanarsi della quotidianità nella figlia Federica e nella nipote Angelica che incede al matrimonio all'aprirsi dell'anno 2000. Tema fondamentale è il mantenimento dell'aggregazione familiare lanciando un messaggio ai giovani perché apprezzino dalla vita la necessità di mantenersi nel giusto binario della continuità. Musa costante è la poesia della vita che giunge a Severino Gargano dal fascino della natura e dal ricordo dei Suoi genitori che gli hanno posto accanto sei fratelli e sorelle, tutti viventi. E Severino ricorda: "Nacqui a Genzano di Lucania, su un'affascinante collina e quando nel 1952, con una valigia di legno partii, il 7 Maggio, per avventurarmi alla ricerca di lavoro nel Nord. Mio padre si accomiatò da me dicendo "Buona fortuna, figlio mio"; mia madre era ammalata ma per non dispiacermi si era messa male il termometro così che non potessi notare la febbre che la divorava.

 Ho lavorato trentacinque anni all'ATM; ora sono nonno di due bei maschietti e con mia moglie continuo nella quotidianità della vita. Scriverò ancora: la natura che mi affascina mi impone di tanto altro aggiungere alle mie parole sino ad ora pubblicate all'ingiustizia sociale".

 "Tratto dalla prefazione del prof. avv Francesco OGLIARI"

 

 

      Con questa nuova raccolta di poesie, pubblicata all'inizio del 2003, Severino GARGANO con inesauribile vena poetica, affronta vari temi,  predominante e la cronaca giornaliera, senza mai dimenticare di dedicare alcune delle sue poesie a Genzano di Lucania, suo paese d'origine.